Mi occupo di psicologia e psicoterapia con un approccio accogliente e centrato sulla persona, e proprio da questa visione desidero partire per parlarti di autostima. Non la considero un concetto astratto o accademico, ma qualcosa che vivo e incontro ogni giorno nel mio lavoro: un’esperienza concreta che influenza le scelte, le emozioni e le relazioni di ciascuno di noi.
Quando l’autostima è fragile o ferita, sento spesso le persone dirmi che non riescono a esprimersi pienamente, che dubitano di ogni scelta o che si sentono facilmente influenzabili. E so bene quanto questo possa bloccare e far soffrire.
In questo articolo – pensato per te che forse senti che qualcosa dentro non va, e che desideri finalmente una trasformazione reale – voglio accompagnarti a esplorare cosa accade quando l’autostima vacilla, da dove può originare e come, insieme, possiamo lavorarci.
Quando la mia autostima è compromessa, mi accorgo che emergono alcuni segnali ricorrenti. Magari ti ritrovi anche tu in queste sensazioni:
Questi non sono segni di debolezza. Sono segnali. Indicano che dentro di me c’è una voce critica che continua a sussurrare che non valgo abbastanza o che non merito. E quella voce, di solito, nasce da ferite più antiche.
Molte persone immaginano che si debba chiedere aiuto solo per “grandi problemi”, ma non è così. Spesso la bassa autostima nasce da tanti piccoli vissuti accumulati nel tempo.
Nella mia esperienza, le principali origini sono:
Lasciare che una scarsa autostima prenda il controllo della mia vita può avere conseguenze concrete:
Decidere di lavorarci significa scegliere consapevolmente di interrompere queste dinamiche. E farlo ora può davvero cambiare la direzione della mia vita.
Prima ancora di intraprendere un percorso professionale – o magari parallelamente – posso iniziare da alcuni passi semplici ma estremamente efficaci.
Osservare la mia voce interna
Inizio a notare quando la mia mente pronuncia frasi come:
“Non ce la farò”, “È colpa mia”, “Non sono capace”.
Le scrivo, le guardo da fuori.
Cambiare il dialogo
Quando arriva un pensiero critico, provo a rispondere in modo più realistico:
“Sto facendo del mio meglio”, “Sbagliare è umano”, “Posso chiedere aiuto”.
Non è autoinganno: è allenamento emotivo.
Scegliere una piccola sfida
Faccio qualcosa che mi mette leggermente a disagio, ma che posso affrontare.
Un piccolo passo alla volta costruisce fiducia.
Creare una rete di supporto
Parlo con qualcuno di cui mi fido.
Condividere ciò che provo cambia la percezione che ho di me.
Valutare un percorso professionale
Se sento che il carico è troppo grande, posso scegliere di chiedere aiuto.
Un ambiente accogliente e sicuro può offrirmi gli strumenti per conoscermi meglio, definire i miei confini e affrontare le difficoltà in modo più consapevole.
Nel mio lavoro clinico mi impegno a offrire un percorso che non si limiti ai sintomi, ma che metta al centro te e il tuo vissuto.
Ecco cosa posso offrirti:
Una persona che ho seguito ha scritto:
“Mi ha fornito gli strumenti necessari per affrontare i problemi con maggiore consapevolezza, insegnandomi come relazionarmi in modo più sano alle difficoltà.”
Se l’autostima è la base di una vita autentica e libera, io posso aiutarti proprio a ricostruire quella base.
Lavorare sull’autostima non significa diventare perfetti: significa diventare veri, più consapevoli, più vicini a ciò che desideriamo essere.
Con il giusto supporto, puoi trasformare quella voce critica che ti accompagna da anni in una voce più saggia, capace di sostenerti invece che giudicarti.
Se ti riconosci in quello che hai letto, non rimandare ancora.
La tua autostima è un investimento su di te, oggi.
E sì: meriti di star bene.
Dott.ssa Maria Carmela Lavacca
Psicologa, Psicoterapeuta, Terapeuta EMDR a Bergamo (BG)
